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olio dei papi

La Storia

Il marchio

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Il marchio "Olio dei Papi" è strettamente legato alla storia e al territorio, in particolare nella provincia di Frosinone e nell'Agro Pontino, dove l'ulivo è la pianta più coltivata.

Questa identità storica si fonda su ricerche che dimostrano come, prima delle riforme papali e del miglioramento della qualità dell'olio, promossi dal motu proprio di Pio VI nel 1778, la coltivazione dell'ulivo fosse destinata principalmente al consumo personale di contadini e feudatari.

Le riforme hanno dato impulso alla qualità e alla diffusione della coltivazione, rafforzando il legame tra il territorio e l'eccellenza dell'olio prodotto.

L'Olivicoltura

La storia dell'olivicoltura è profondamente intrecciata con le riforme papaline, che hanno influenzato l'aspetto, l'economia e la politica delle regioni coinvolte.

Questo sviluppo è strettamente legato alle abbazie cistercensi e benedettine, le quali, fin dall'anno Mille, hanno promosso l'agricoltura bonificando terreni e piantando ulivi e viti.

Grazie all'impegno delle comunità monastiche, l'ulivo è sopravvissuto al Medioevo, fino a rinascere nel 1700 con le riforme dello Stato Pontificio, che ne hanno incentivato la coltivazione e la diffusione.

olive
papi

La riforma agraria

Uno dei provvedimenti chiave della riforma agraria di Papa Pio VI, introdotta con il motu proprio del 1778, fu l'incentivo di un paolo per ogni olivo piantato.

Questa misura venne confermata da Pio VII nel 1801 con il motu proprio "Le più colte", che abolì le restrizioni commerciali imposte dai predecessori.

In precedenza, gli agricoltori erano costretti a vendere l'olio alla pubblica Annona a prezzi troppo bassi per coprire i costi di produzione.

Con l'abolizione di questi editti, Pio VII permise la libera vendita all'interno dello Stato Pontificio, incentivando la coltivazione dell'olivo.

Grazie a tali riforme e alla liberalizzazione del commercio, furono piantati 200.000 nuovi ulivi, segnando una notevole crescita nel settore.

La bonifica delle campagne

A questi importanti provvedimenti seguirono azioni di bonifica delle campagne e la riduzione del latifondo nello Stato della Chiesa.

Per combattere la malaria, ritenuta urgente, si decise di prosciugare le paludi, un'opera che richiedeva ingenti somme di denaro.

Fu stabilito che la Camera Apostolica dovesse contribuire alla spesa necessaria per questi lavori di bonifica e miglioramento delle terre.

olivicoltura

Nel motu proprio di Pio VII, oltre agli incentivi per la coltivazione degli ulivi, furono previsti premi in denaro per costruire case coloniche.

I coloni potevano richiedere un trovatello o un orfano dall'ospedale di S. Spirito, con l’obiettivo di educarli all’agricoltura.

Durante l'amministrazione francese (1811-1812), furono confermate le politiche olivicole pontificie e stanziati 12.000 franchi per incentivare la coltivazione dell’olivo nel Lazio Meridionale.

Questa misura portò all'aumento di 27.000 ettari dedicati agli uliveti.

Dopo la caduta di Napoleone nel 1814, Pio VII riprese il controllo e continuò le riforme agrarie.

Queste innovazioni permisero al Lazio meridionale di aprirsi al mercato europeo, trasformando la bilancia commerciale romana dell'olio da deficitaria ad attiva.

uliveti
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